Tavolo_Stilò Architetti

Tavolo

L’obiettivo è sostituire, nella Sala della Comunità del Seminario Minore, i nove tavolacci in laminato plastico con un tavolo vero e proprio, attorno a cui si possa raccogliere in tutte le occasioni ufficiali la comunità.

Stilò opta per un oggetto massiccio, in ulivo, un’essenza per tradizione legata alla religiosità.

Nella forma, il tavolo racchiude i concetti base della vita collettiva: un corpo unico composto da parti che si sostengono a reciprocamente.

Il tavolo non ha gambe, la sua stabilità è data da un sistema di incastri ortogonali.

Poiché si inserisce in una sala già affrescata, dai cui muri affiorano Parole, anche il tavolo è trattato come un oggetto “parlante”: all’interno del mobile, nella fascia superiore corre un estratto dalla Lettera ai Romani che riassume le regole della vita comunitaria.

Quiete Mura _Stilò Architetti

Quiete Mura

Le cappelle si trovano a costituire potenzialmente un portale di accesso ai viali centrali che tagliano l’antico campo santo. Stilò Architetti propone un disegno complessivo, in cui trovano posto due soluzioni diverse, basate entrambe su geometrie pure e un uso ridotto di materiali.

Da un lato una cappella più tradizionale, in cui si privilegia la dimensione privata attraverso un sistema di schermi protettivi: rilettura della tradizionale cappella di famiglia nella versione della massima austerità, con una scelta di purezza materica sviluppata attraverso l’uso del marmo bianco sulle pareti, e l’accostamento al granito nero assoluto solo nella pavimentazione, dove una croce marmorea spicca su fondo nero liquido.

Dirimpetto, con simile impatto volumetrico si realizza, monolitica, una cappella dai caratteri profondamente diversi: senza pareti, ma come una vera e propria porzione del paesaggio, accessibile ad una comunità più estesa oltre che alla famiglia propriamente detta.

Il disegno è carico di significati simbolici, a cominciare dall’uso della luce che penetra e avvolge la costruzione come un vero e proprio segno di speranza e consolazione. Il simbolo della croce è ricavato dall’incontro tra le pareti dei loculi, come a simboleggiare la partecipazione dei sepolti al mistero della resurrezione cristiana e continuamente affacciati sul mondo.

Nel pavimento, anche qui in granito nero assoluto, si apre un’incisione quadrata di dimensione 80x 80cm che ospita un cespuglio di bosso, bagnato dalla pioggia e irradiato dal sole attraverso un identico taglio nella copertura. Il bosso, topiato in modo scultoreo si spinge timidamente verso l’alto, alludendo alla tensione tra terra e cielo.

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